il lavoro dell'acqua

Il lavoro dell'acqua

SCHEDA FILM

  • Durata: 14' 05"
  • Formato: 16:9
  • Danzatrice/Art Performer: Melissa Marabese
  • Danzatrici: Chiara Samiolo, Veronica Marabese
  • Coreografie: Melissa Marabese
  • Soggetto: Massimo Samiolo
  • Testi: Luigi Gioli
  • Direttore Fotografia: Luca Fozzati
  • Regia: Massimo Samiolo, Luca Fozzati

TRAMA

Nell'estate dell'anno scorso mi è capitato di arrivare per la prima volta al Museo di Cà Vendramin per una cerimonia. Da tempo ero incuriosito da quella struttura architettonica visibile dalla strada che conduce a Porto Tolle, quella ciminiera maestosa che si staglia nella pianura del Delta e tutto il complesso restaurato è di grande effetto visivo per chi, come me, è interessato all'archeologia industriale.

Appena entrato nell'edificio adibito a Museo della Bonifica sono rimasto addirittura sconcertato dalla bellezza di quel luogo: la prima sala dedicata agli attrezzi e agli strumenti usati dai lavoratori dell'idrovora sfoggia un pavimento rosso fuoco che dà emozione al primo sguardo... e poi un crescere di stupore nell'inoltrarsi alla sala delle caldaie, alla centrale elettrica per arrivare all'apoteosi della meraviglia entrando nella sala principale delle turbine. Questa emana tutta la maestosità dell'impianto, un luogo carico di tempo, le gigantesche e complesse strutture meccaniche trasudano ancora il lavoro, la fatica di tutti quegli uomini impegnati nella colossale e geniale impresa di domare l'acqua, di spostarla, di lavorarla per guadagnare la terra che ora è il fertile palco del teatro del Delta del Po.

Nell'osservare quelle macchine, pesanti, immobili, scure mi è parso di vedere le stesse inquietanti strutture create dall'artista Giger per la scenografia del film "Alien", dalla morfologia meccanica e nello stesso tempo biologica: enormi gusci di altrettanto cicolopiche chiocciole legate da pulegge, bracci meccanici di creature androidi muovono ingranaggi, pistoni e ruote per creare qualcosa che sfugge dalla logica umana.

Stupende, misteriose, inquietanti ma affascinanti. Da queste sensazioni così forti è nata la mia idea di creare qualcosa in quel luogo così particolare che potesse trasmettere la stessa emozione provata da me in quel momento.

Così si è sviluppato il progetto di un video artistico nel quale volevo mettere in risalto l'imponenza di quelle complesse macchine, la loro staticità e la loro storia con un contrasto netto della leggerezza di una danza su di un ritmo musicale dai toni classici ma nello stesso tempo ultramoderni. Il percorso impetuoso dell'acqua viene ripercorso dalle ninfe che tracciano i loro passi partendo dall'esterno "nascendo" dallo specchio d'acqua per arrivare freneticamente all'interno, nel dedalo delle cinghie, delle pompe, delle ruote, dei motori, delle turbine a completare la loro danza. Il loro movimento è la rievocazione quindi del "lavoro dell'acqua", di tutta l'energia carpita dall'uomo con il suo sforzo immenso attraverso quelle idrovore per avere come risultato la conquista di nuovi terreni, di nuovi spazi ed una nuova connotazione del territorio.

Per la stesura del progetto video mi sono avvalso dell'aiuto di uno story-board dove graficamente ho espresso chiaramente gli effetti che volevo ottenere dagli interpreti.

Per il casting non ho avuto dubbi nello scegliere le stesse interpreti già "collaudate" nel video fatto nel 2008 a Villa Badoer di Fratta Polesine, con la differenza di aver aggiunto al duo danzante anche la presenza in scena di un'art-performer, impersonato da quella che era stata già la coreografa del precedente balletto nella villa Palladiana.

Dopo mesi passati per avere contatti ed autorizzazione di filmare nel museo e per trovare il momento giusto per eseguire le riprese compatibilmente agli impegni di tutti i componenti del cast, siamo riusciti a girare in un'unica sessione di lavoro un giorno di settembre dell'anno scorso.

Per le riprese, eseguite in regia tecnica da Luca Fozzati, si sono usati strumenti professionali quale un braccio meccanico di 6 mt, (dolly), una steady-cam ed una macchina per creare l'effetto speciale del fumo, mentre si è deciso di rinunciare ad ogni ausilio di illuminazione artificiale per ottenere e mantenere il più possibile un'immagine ed un'atmosfera reale del luogo.

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