La storia di INTRIGO A ROVIGO nasce nel 2005 come opera amatoriale voluto da Massimo Samiolo, ideatore, sceneggiatore e regista del film che vede come protagonista un ragazzo di città, uno come tanti altri che vive tra noia, bar e lavoro la sua scialba routine quotidiana.
Un giorno lo sfigato però trova l’occasione per dare una svolta alla sua vita, una valigetta piena di soldi abbandonata in un parco che decide di tenere per sé non pensando ai guai che ciò potrebbe portargli... Infatti il denaro è merce di scambio per una partita di droga che deve andare nelle mani di Don Tano, un boss mafioso trapiantato a Rovigo per tentare di rifarsi nome ed onore agli occhi di Zia Concetta che lo ha allontanato dalla Sicilia a causa di "affari andati male". Da qui parte l'intrigo, ovvero tutti i tentativi degli scagnozzi del boss, due malavitosi rodigini tanto confusionari quanto incapaci, che provano con rocamboleschi ed assurdi tentativi di recuperare il malloppo prima che venga completamente sperperato dallo sfigato (Jack) che vuole mettersi in mostra per trovare la ragazza della sua vita...
Alla fine saranno tutti fregati dalla bella di turno, apparsa dal nulla e che con furbizia machiavellica sparisce con i soldi... Jack e i due scagnozzi finiscono in galera, arrestati dagli agenti che fin dall'inizio li avevano tenuti d’occhio pur non capendo che lo sfigato non c'entrava nulla con la storia della droga, ed il boss è costretto a fuggire per l’ennesima volta.
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