PERSONALE, sala Gidoni (Badia Pol. - Rovigo, 1997)

RECENSIONE

"Se la realtà della Storia è vista spesso come "Luogo dei conflitti", quella della Pittura, nella sua contemporaneità, può essere intesa come spazio ideale per la "Soluzione dei contrari". Di queste considerazioni credo sia informata gran parte dell'opera grafico-pittorica di Massimo Samiolo che di compresenze – discordanze appare satura: colore/segno, materia/superficie, pieni e vuoti, e ancora figurazione e non, fra grafica e pittura, sentimento/ragione...
La risoluzione al tutto avviene comunque: cercata, trovata, più ancora vissuta di slancio con forte emozione che riesce a saldare, ordinare, con il coraggio del colore, la felicità del segno, la naturalezza e disinvoltura nel trattamento delle superfici polimatriche.
Ma non sempre in tanta ricchezza, varietà di situazioni, si riesce ad evitare ad essere indulgenti e compiacenti che fra urgenze espressive e necessità del fare si ha l'impressione di non potersi soffermare, considerare, ricollocare, quasi non ci sia mai abbastanza tempo e poco, troppo poco spazio. E di questo disagio, riscontrabile nel comune nostro quotidiano, è percorsa anche la più recente produzione di Massimo Samiolo: la ricerca intorno al nudo femminile.
Grande tema intuìto nella sua complessità e implicazioni e affrontato riversando su di esso termini di linguaggi già sperimentati che consentono di indagare al di là del consueto, abusato, togliere il velo, cancellare lo stereotipo invadente della Donna come luogo esclusivo di desiderio da consumarsi nell'irraggiungibile.
Compito non facile quello di liberare l'immagine femminile dalla carta patinata che l'avvolge e che oscuramente la rende complice, vestale del nulla, superficie, arabesco ingannatore. Ma più difficile sarà infine riconoscere, attraverso questo nudo, la nostra stessa nudità; punto zero da indagare per riscoprire, dove è possibile, il pudore che appartiene alla fisicità delle cose e che precede l'immagine, la parola, l'azione, il mostrare e il mostrarsi sin anche i nostri pensieri." (prof. Piero Fantato)

In questa esposizione si distinguono due diversi rami di ricerca artistica: Un interessante ed approfondito studio sulla figura umana femminile, partendo dal classico nudo accademico, per arrivare, in molteplici passaggi ed in una progressiva disgregazione della forma, ad una interpretazione astratta della figura stessa, e ad una serie di opere dove risalta la continua ricerca di nuovi approcci stilistici e formali. Rilevante l'opera di grandi dimensioni (TURFAN) di cui vengono esposti anche i progetti preliminari.

Immagini della mostra
Turfan

Turfan

Gesso, acrilico, carta, pastelli olio, pastello ceroso su tela (170x100)

Non c'è più niente

Non c'è più niente

Acrilico, pastello olio, smalto argento su cartoncino (45,50x31)

Sui colori di gauguin

Sui colori di gauguin

Acrilico, smalto argento su cartoncino (24x27)

Lei che ama il sole

Lei che ama il sole

Acrilico, pastello a olio su cartoncino (13x24)

La donna arancio

La donna arancio

Acrilico, carta, pastello ceroso su cartoncino (48x67,50)

Non guardare Vincent

Non guardare Vincent

Acrilico, pastello ceroso su cartoncino (31x45,50)

Nudo n.1

Nudo n.1

Acquerello, carboncino su cartoncino (27,50x25)

Il fuoco e la danza

Il fuoco e la danza

Acrilico, pastello a olio su cartoncino (22x30)

Composizione d'iris n.2

Composizione d'iris n.2

Acrilico su cartoncino (48x67,50)

Gladioli

Gladioli

Acrilico, pastello a olio su cartoncino (67,50x48)

Studio per turfan (prova tecnica n.5)

Studio per turfan (prova tecnica n.5)

Acquerello, carboncino su cartoncino (20x13)

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