"Se la realtà della Storia è vista spesso come "Luogo dei conflitti", quella della Pittura, nella sua
contemporaneità, può essere intesa come spazio ideale per la "Soluzione dei contrari". Di queste
considerazioni credo sia informata gran parte dell'opera grafico-pittorica di Massimo Samiolo che di
compresenze – discordanze appare satura: colore/segno, materia/superficie, pieni e vuoti, e ancora
figurazione e non, fra grafica e pittura, sentimento/ragione...
La risoluzione al tutto avviene comunque: cercata, trovata, più ancora vissuta di slancio con forte
emozione che riesce a saldare, ordinare, con il coraggio del colore, la felicità del segno, la
naturalezza e disinvoltura nel trattamento delle superfici polimatriche.
Ma non sempre in tanta ricchezza, varietà di situazioni, si riesce ad evitare ad essere indulgenti e
compiacenti che fra urgenze espressive e necessità del fare si ha l'impressione di non potersi
soffermare, considerare, ricollocare, quasi non ci sia mai abbastanza tempo e poco, troppo poco
spazio. E di questo disagio, riscontrabile nel comune nostro quotidiano, è percorsa anche la più
recente produzione di Massimo Samiolo: la ricerca intorno al nudo femminile.
Grande tema intuìto nella sua complessità e implicazioni e affrontato riversando su di esso termini di
linguaggi già sperimentati che consentono di indagare al di là del consueto, abusato, togliere il velo,
cancellare lo stereotipo invadente della Donna come luogo esclusivo di desiderio da consumarsi
nell'irraggiungibile.
Compito non facile quello di liberare l'immagine femminile dalla carta patinata che l'avvolge e che
oscuramente la rende complice, vestale del nulla, superficie, arabesco ingannatore. Ma più difficile sarà
infine riconoscere, attraverso questo nudo, la nostra stessa nudità; punto zero da indagare per
riscoprire, dove è possibile, il pudore che appartiene alla fisicità delle cose e che precede l'immagine,
la parola, l'azione, il mostrare e il mostrarsi sin anche i nostri pensieri." (prof. Piero Fantato)
In questa esposizione si distinguono due diversi rami di ricerca artistica: Un interessante ed approfondito studio sulla
figura umana femminile, partendo dal classico nudo accademico, per arrivare, in molteplici passaggi ed in una progressiva
disgregazione della forma, ad una interpretazione astratta della figura stessa, e ad una serie di opere dove risalta la
continua ricerca di nuovi approcci stilistici e formali. Rilevante l'opera di grandi dimensioni (TURFAN) di cui vengono
esposti anche i progetti preliminari.
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